Mia madre e il Papa (Papa Francesco) hanno avuto, in contemporanea, la polmonite: entrambi l’avevano superata sebbene mia madre non avesse ormai più le forze per continuare un’esistenza connotata dalla costrizione a letto e tanti altri inconvenienti (che non sono mai stati un ostacolo alla sua assistenza).
Lei è deceduta il 26 febbraio mentre esattamente due mesi dopo sono state celebrate le solenni esequie papali, mentre il 25 cadeva l’onomastico, essendo ricordata santa Franca badessa, proclamata santa nel 1273 da Gregorio X, pontefice famoso perché eletto dopo l’interminabile riunione cardinalizia che da quella volta prese il nome di conclave.
Una serie di eventi ha connotato questo lungo periodo:
la morte di mia madre,
la morte di Briscoletto
si è rotta la caldaia
Poi sono tornato al lavoro ed è stato un momento fantastico; ho percepito, come non mi capitava da anni, il senso di accoglienza e vicinanza umana e professionale: il mio datore di lavoro ha disposto una visita medica per “garantire la tutela della sicurezza dei dipendenti consentendo al Medico Competente l’attivazione delle misure idonee previste dalla normativa vigente”.
È stato un momento di grande sollevazione, di cui sono profondamente grato.
Il colloquio con la dottoressa incaricata è stato un momento, l’ennesimo, di grande impatto emotivo perché mi sono sentito accolto, compreso e sostenuto.
Sfortunatamente, probabilmente a causa di una nefasta congiunzione astrale che ha influenzato negativamente tante benigne coincidenze, la dottoressa mi ha dichiarato inidoneo al ruolo che ricopro e così, salvo un ricorso da presentare entro il 14 maggio, verrò ridotto “allo stato laicale”.
Proseguo nella lista:
a mia nipote hanno notificato una cartella esattoriale di ben1300 euri per un verbale risalente ai tempi del covid che era stato da anni archiviato (quindi tutto è bene quel che finisce bene ma che ansia).
Potrei continuare con qualche episodio di minor conto ma preferisco fermarmi perché poi è successo un imprevedibile: ho conosciuto, del tutto casualmente e inaspettatamente, un giovane spagnolo originario delle Asturie, appena arrivato a Milano, per studiare in quel dell’Accademia di Brera; non ne farò il nome, non avendo chiesto il permesso, ma convenzionalmente lo chiamerò Patatino.
Incontro casuale all’ingresso di una mostra, siamo entrati subito in grande sintonia intellettuale: abbiamo deciso di visitare un’altra mostra a Palazzo Reale poi ci siamo rivisti per la mostra dedicata a Leonor Frini.
Invitato a Parma, siamo andati alla Fondazione Magnani Rocca – che è un luogo straordinario che non mi stanco mai di pubblicizzare con chiunque conosca; in questa occasione mi è stato regalato un libretto di poesie di Garcia Lorca.
CI siamo rivisti il Lunedì dell’Angelo a Mantova a visitare Palazzo Te e Palazzo Ducale (oltre alla co cattedrale di sant’Andrea) ed anche qui un piccolo regalo, un vasetto di miele e frutta.
Non mi era mai successo di incontrare una persona che condividesse la mia passione di visitare mostre, musei, città d’arte, è stato un balsamo sulle ferite che ancora sono aperte, una serie di momenti straordinari.
Nemmeno i cari, carissimi amici che hanno condiviso alcune vacanze con me, mi riferisco agli amatissimi Agostino e Cristian, hanno mai condiviso questa passione in questi termini.
Approssimandosi il periodo di vacanze del 25 aprile, ho formulato alcune proposte, il labirinto della Masone, la Rocca di Fontanellato, la città da me molto amata di Modena, proponendomi di ospitare questo simpatico nuovo amico: non ho più avuto risposta, senza alcuna giustificazione e “‘l modo ancor m’offende”.
Mi viene in aiuto l’economia: se uno effettua un cospicuo investimento, in tempi brevi e su “beni” non ben conosciuti, il rischio è correlativamente elevato.
Occorre disinvestire un capitale che non può fruttare, questo è il lavoro di lutto, come se non ne avessi già a sufficienza.
La mia indole melodrammatica – ho un sottofondo romantico molto coltivato ai tempi del liceo – mi ha risvegliato le reminiscenze che ben conosco: dal Trovatore (che notoriamente non finisce con un baccanale) a Un fiume amaro cantato da Iva Zanicchi (l’angoscia è lunga, non passa mai … e il non sapere in quale istante il tuo dolore ti assalirà).
Ci sono anche dei beni rifugio – un po’ come l’oro: la viscerale simpatia per le celebrazioni solenni della chiesa cattolica è uno di questi; non ho mai avuto ambizioni di potere, mi accontenterei di fare il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie.
Così succede di passare il primo maggio a leggere la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis.
Una pausa, in attesa di riprendere il cammino, il dolore, prima o poi, scemerà.
E Patatino … che viva felice.