Cena di quartiere

Tornato da Rimini, avevo subito in calendario un importante appuntamento sociale: la cena coi colleghi del quartiere.

La giornata non inizia nel migliore dei modi: aprendo il mobiletto in bagno faccio cadere il contenitore dei bastoncini per la pulizia delle orecchie; il pavimento del bagno si è trasformato in un grande gioco (non ricordo come si chiama) di bastoncini da togliere senza muovere gli altri, erano circa 200.

Divertito dall’episodio, affronto comunque la giornata positivamente nonostante i vari problemi che si sono affacciati; è ormai sera quando vengo informato da Umberto che l’amico Stefano, candidato consigliere a Rimini e, fino a poco prima, triste trombato, sovverte il primo temporaneo risultato, strappando sul filo di lana un seggio.  Sono combattuto tra due sentimenti altrettanto forti: orgoglioso dell’elezione di un amico che stimo e che ho, almeno in parte, contribuito a far eleggere col mio voto personale e con quello degli amici che hanno seguito il mio consiglio, sono anche timoroso perchè Stefano non è uno squalo ma persona onesta e corretta e, ne sono convinto, purtroppo, che si troverà male anzi peggio in consiglio comunale: gli auguro di resistere e di realizzare le battaglie che da anni porta avanti.

Corroborato da tale buona notizia arrivo a casa degli anfitrioni: Alessia e Christian; ospiti squisiti.

Cosa serve perchè una cena diventi un evento gradevole? pochi ingredienti ma fondamentali: buoni piatti ed una compagnia che abbia in ciascun presente un commensale che desidera stare bene: nel caso di ieri sera questi elementi si sono fusi in modo pressochè perfetto.

Mancavano solo Chiara che tutti avremmo desiderato fosse presente e che è scusata ma non del tutto e Silvana (giustificata); tutti gli altri sono stati ottimi commensali, anche quell’extracomunitario (fuori della comunità del quartiere) di Gianluca detto Tortello per via di certe rotondità adipose.

Tutti sono stati, davvero gentili, simpatici, accoglienti e sono davvero contento di averli come colleghi (anche Tigrotto e Tigrotta, Antonio ed Orietta, così affettuosamente soprannominati perchè dotati di una certa propensione ad attaccarsi a ben identificabili parti del corpo, provocando un certo dolore); non mi sono nemmeno accorto che ormai era già l’una di notte ed il riposo reclamava i suoi diritti.

La cena, servita in una bella cornice agreste, semplice ma preparata con attenzione e cura è stata un bell’esempio di come si può trattare bene un ospite, bella metafora di quel trattamento dell’altro che è l’amore; vi hanno collaborato Alessia in primis e Micaela – donne le cui qualità sono troppe perchè mi metta ad elencarle – che hanno preparato tanti e diversi stuzzichini che ho letteralmente divorato; poi il tiramisu, il melone, il gelato, la ciambella (grazie Carla). Non ringrazio tutti gli uomini presenti per valorizzare l’elemento femminile davvero impagabile, sappiano tutti che li stimo e li ringrazio per il quotidiano lavoro che svolgono con dedizione ed attenzione.

Micaela, infine, mi ha portato ben 60 tortelloni, frutto delle sue fatiche: la ringrazio di cuore anche se in questo periodo non potrò utilizzarli per i commensali che speravo di avere; vedrò di sfruttarli al meglio io.

Tutto è andato davvero bene e tuttavia, come spesso mi accade in queste occasioni, si acuisce il senso di solitudine ed estraneità per cui mi percepisco sempre straniero.

Dimenticavo, infine, che i dati definitivi delle visite a questo sito, per il mese di maggio sono clamorose, almeno per le mie abitudini, ben 245, da non crederci: grazie ancora a tutti.

Sono felice per quanto di bello condividi con i tuoi colleghi e spero anche amici.Sono io che ti ringrazio per darmi attraverso il tuo blog l’opportunita’ di coltivare un pensiero sano,sai, a volte me ne dimentico..
Sei sempre nel mio cuore, ti abbraccio forte!

P.S. Il gioco dei bastoncini si chiama Shangaj

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