Castell’Arquato e Vigolo Marchese

Pranzo succulento a base di pizzoccheri, assolutamente deliziosi e preparati con perizia, amore e abbondanza dall’ottima Silvia Sangiorgi poi escursione per digerirli.

Giornata molto positiva, di quelle che da un po’ mi mancavano, in buona compagnia di amici. 

La prima meta sono i ponteggi della facciata del Duomo di Fidenza, ma tutto è esaurito, senza che io ne sia particolarmente dispiaciuto.

Alternativa a me molto gradita è Castell’Arquato che se la memoria non mi inganna devo avere visitato secoli addietro e di cui ricordo soltanto che da qualche parte dovrebbe esserci uno scheletro di balena.

Il ricordo trova conferma: il museo geologico ospita, in effetti, anche qualcosa che ha a che fare con le balene.

Tuttavia non ricordo assolutamente quando e con chi abbia visitato questo luogo ameno.

La prima cosa interessante che troviamo è la tomba di un personaggio a me totalmente ignoto, custodita nella chiesa di san Francesco (o almeno credo); una tomba che mai mi sarei aspettato in un posto come Castell’Arquato.

Vi riposa Sforza I Sforza, che non si sono molto sforzati a cercargli un nome di battesimo originale.

Questo personaggio è davvero singolare per l’intreccio di personaggi ed eventi importanti con cui ha avuto a che fare: nipote di papa Paolo III Farnese, per parte di madre (Costanza, figlia naturale del pontefice), fu soldato per l’imperatore Carlo V e per il papa da cui ebbe la nomina di governatore di Parma e Piacenza, nel 1540.

Presente a Piacenza durante la congiura che ha portato alla morte il duca Pier Luigi Farnese (suo zio), ne fu cacciato ma riuscì a conservare la città di Parma alla casata.

Generale al servizio anche della Francia, combattè a bordo della nave ammiraglia, con don Giovanni d’Austria, nell’epica battaglia navale di Lepanto del 1571, che vide la sconfitta degli ottomani.

E lo trovi sepolto in una chiesetta di Castell’Arquato quasi a ricordare che la distinzione tra grande storia e piccola storia non esiste se non per chi si limita e chiude l’orizzonte.

La visita del paese prosegue fino ad arrivare in un luogo dove propongono una mostra sugli strumenti di tortura dei martiri cristiani: costo del biglietto 5 euro, spesa del tutto inutile poiché la mostra è, a mio modesto parere, deludentissima.

A parte le parole di introduzione che parlano dei martiri come testimoni di valori quali la fede, roba da farla perdere a coloro che sono vacillanti, l’esibizione di strumenti di tortura ha un che di macabro: l’idea di puntare sul dolore non la trovo soddisfacente.

Ritengo, inoltre, che l’idea di uno strenuo combattente per un ideale sia da considerare un eroe e non un martire, con una differenza di non poco conto.

Dimentichiamo, purtroppo, di visitare la collegiata per andare a Vigolo Marchese, la più importante frazione di Castell’Arquato; qui si trova una chiesa romanica con una torre militare riadattata a campanile ed un battistero, più antico della chiesa, a forma circolare che ricorda quelli bizantini.

L’esterno, specie del battistero, è davvero bello mentre gli interni pagano dazio ad un’intonacatura che ha snaturato completamente l’originale, banalizzandolo.

Una escursione che vale comunque la pena di fare.

Fidenza, 16 ottobre 2016 memoria di Santa Margherita Maria Alacoque 

 

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.