Capalbio: 50 sfumature di razzismo

Anche a Capalbio andranno, forse, i migranti, una cinquantina.

L’intellighenzia left oriented che vive e frequenta il paese è in subbuglio; due sono i ricorsi già presentati al tar ed il sindaco, immagino pure lui del medesimo orientamento politico, rilascia dichiarazioni che non so se definire esilaranti o deprimenti; cito dal Corriere della sera: «Non per razzismo o per mancanza d’accoglienza, ma per motivi di organizzazione — spiega Bellumori —. Noi li accettiamo questi profughi ma serve una programmazione, idee certe e invece non sono riuscito neppure a leggere le carte della prefettura. Spero che con l’arrivo del nuovo prefetto si possa iniziare un confronto e a capire meglio come organizzarci. Anche perché mi devono spiegare perché a Forte dei Marmi, che ha un numero quasi doppio di residenti rispetto al mio comune, sono stati assegnati solo 11 migranti».

Il sindaco li accoglie ben volentieri i profughi, e ci mancherebbe, ve lo immaginate il sindaco che sbottasse contro i profughi? Il problema è l’organizzazione, ovviamente, e chi ne dubitava.

Evidentemente Capalbio è una cittadina molto impegnativa per l’amministrazione comunale che immagino sia assorbita completamente dalla buona amministrazione di quel bellissimo (mi dicono, mai stato purtroppo) territorio e non possa permettersi nemmeno il lusso di leggersi un quotidiano o ascoltare un tg.

Tutto il resto d’Italia, tutti i comuni che hanno profughi sono organizzatissimi, hanno concordato piani strategici, hanno fondi per gestirli al meglio, strutture avanzate ed adeguate, non è questo il messaggio che viene dai media?

Allora capisco il risentimento di Capalbio, è brutto sentirsi gli unici non coinvolti adeguatamente e dover gestire 50 profughi, rosicando pure che Forte dei Marmi ne ha solo 11, d’altronde il migrante del vicino è sempre più bello.

Leggendo anche l’intervista a Claudio Martelli, sempre sul Corriere, scopro che Chicco Testa avrebbe dichiarato: «gli immigrati vengano pure a Capalbio, ma non stiano tutto il giorno a bighellonare», affermazione geniale che avevamo bisogno di sentire da un alto dirigente di non so bene cosa. Mia madre che ha 78 anni ha lavorato moltissimo, studiato pochissimo in vita sua, non legge giornali, non conduce vita mondana ha avuto la medesima idea vedendo i tanti profughi che bighellonano per le vie di Parma, che però non è Capalbio, questo devo ammetterlo.

Martelli continua: «Penso che quella sinistra fosse attesa al varco dalla destra, e dai tanti ex della sinistra, che pensavano: “e adesso vediamo come vi grattate la rogna degli immigrati, voi intellettuali di Capalbio con la puzza sotto il naso…”. E in tanti sono caduti nel tranello con tutte le scarpe, comportandosi come i comuni mortali. Davvero scoprendo l’acqua calda del dramma immigrazione in piena estate. Mi viene da ridere».

Io non credo sia la destra o la ex sinistra ad aspettare al varco gli intellettuali capalbiesi o meglio non mi interessa chi aspetta al varco chi, secondo le solite baruffe italiote, spesso basate sul nulla.

Quello che mi preoccupa è scoprire quel che Martelli dice chiaramente: «Perché la reazione della sinistra e dell’amministrazione di Capalbio è identica a quella che si registrerebbe in una periferia romana o milanese. […] Ricordiamo l’ex Pastificio Pantanella a Porta Maggiore a Roma, occupato nel 1990 da centinaia di immigrati. Fu la stessa storia, ma in periferia e ben 26 anni fa… Insomma, non c’è assolutamente niente di nuovo sotto il sole di Capalbio».

Che quella che dovrebbe essere la nostra classe dirigente, il ceto intellettuale che produce i migliori frutti culturali del Belpaese si comporti come le periferie romane o milanesi, questo sinceramente più che spaventarmi mi conferma ancora una volta della pochezza di questo paese ormai in dissoluzione.

Adesso il politicamente corretto stempererà il tutto nella solita melassa ma lo scossone è arrivato ed ha rivelato che gli intellettuali, i boiardi di stato, i politici vari che frequentano Capalbio non sono meglio della famosa casalinga di Voghera, il che era ovvio a guardar bene, ma chi guarda più oggi? meglio litigare.

Dimenticavo: ovviamente non c’è un filo di razzismo in tutto questo, per carità.

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