Bologna 20 luglio 2011

Decido di prendermi una pausa ed approfittando del turno serale me ne faccio un salto a Bologna a rispolverare alcuni ricordi di gioventù e a salutare un amico; partenza col botto visto che il treno che devo prendere viene soppresso, fortunatamente (e incredibilmente) le ferrovie concedono (bontà loro) un passaggio sull’intercity senza pagamento di supplemento e già con questo sconfiniamo abbondantemente nel campo del miracoloso.

Brutto tempo, alla partenza, così che temo una doccia per niente gradita ma le previsioni sono smentite da uno splendido sole che farà capolino quando i miei piedi giungono nei pressi della Basilica di San Domenico.

Tuttavia prima di arrivare a San Domenico mi sono concesso una breve escursione nella Cattedrale di San Pietro dove ho trovato un Compianto su Cristo Morto, opera in terracotta di Alfonso Lombardi (1497-1537) assai bello, poi un salto in Piazza Nettuno e Piazza Grande dove riscopro la famosissima Fontana del Nettuno del Giambologna ed infine mi dirigo a piè fermo verso San Domenico, meta principale della giornata, facendo l’ulteriore tappa presso l’Archiginnasio che mi incanta e che mi evoca ricordi di un carissimo amico trapiantato a Bologna che è il famoso e famigerato [San] Roberto Mastri da Forlì; mi torna in mente, infatti, che fu lui ad accompagnarmici, secoli addietro e che, già allora, rimasi assai piacevolmente stupito da tutti questi sovrabbondanti “addobbi”.

Inutile ricordare che l’avevo già vista ai tempi, foschi (m’è venuta di getto questa), dell’università, ma oggi me la riguardo con nuova attenzione e rinnovato piacere: la Basilica di San Domenico è davvero interessante soprattutto per la famosissima Arca del Santo, opera bellissima di Nicola Pisano; certo ho fotografato anche altre cose  molto gradevoli come i vari sepolcri sia all’interno che all’esterno, sul piazzale, della Basilica, ma l’Arca di Nicola Pisano è davvero un gioiello che incanta, così me la godo circumnavigandola e gustando pure l’angelo reggitorcia opera del giovane Michelangelo.

Kristallnacht
Kristallnacht

Dopo la visita sono ospite di una gradevolissima, gentile e simpatica persona che mi regalerà pure una delle sue creazioni, cosa che molto apprezzo e di cui ringrazio pubblicamente; mi consiglia di leggere Unamuno cosa che penso farò in tempi medio brevi. Pomeriggio dunque piacevolissimo che si conclude col ritorno verso casa ed il lavoro, passando di fronte alla famosissima Chiesa di San Procolo con la famosa lapide latina ” si procul a proculo proculi campana fuisset nunc procul a proculo ipse foret” che si traduce all’incirca così: “se Procolo fosse stato lontano dalla campana di San Procolo ora Procolo sarebbe lontano dallo stesso San Procolo”, giochetto enigmatico del 1393 che forse si riferisce ad uno studente (Proculo) deceduto a causa della caduta di una campana. Proseguo l’itinerario di ritorno transitando di fronte ad uno splendido palazzo di cui non ricordo il nome ed infine ci troviamo in una esposizione, in Piazza Maggiore, di statue in metallo assolutamente molto molto interessante e nella quale mi faccio immortalare.

L’opera che si vede qui a fianco, il regalo che è stato fatto, ho deciso di chiamarla “Kristallnacht” perché mi ricorda un palazzo in fiamme durante la notte ed il nervosismo di alcune pennellate oltre a quei bagliori rossi e gialli, mi suggerisce alla mente la tragica notte in cui gli ebrei furono duramente colpiti; l’autore non si riconosce in questo titolo ma avendomi regalato l’opera decido io come titolarla.

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