Big Bang Adamo e la psicoanalisi

Dal post di Giacomo Contri del 21 marzo traggo che Adamo (ed Eva) cioè l’uomo è un big bang, una novità impensabile per la natura creata, alla faccia, aggiungo io, dell’evoluzionismo: il pensiero accade, non si evolve.

L’uomo è qualcosa d’altro, anzi è un qualcuno, unica creatura simile al Creatore, nel suo essere priva di leggi che ne determinano la vita (Gen. 1,27: “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò”).

Da subito, ricevendo la vita, ha ricevuto una chiamata (eccitamento? vocazione?) perchè l’uomo si costituisce a partire da un’offerta che gli è fatta, sin dal momento della nascita.

L’offerta di una legge (non istinto) che può accettare e far propria, rifiutare, violare, negare; destini diversi ne conseguiranno.

La psicopatologia, nelle sue schematiche ripetizioni, declina le trasgressioni alla legge.

Adamo ed Eva ricevono il giardino di Eden, di cui sono i signori: il bene lo si riceve, ancora prima che si arrivi a pensare di domandarlo, si potrebbe dire che erano passivi e si trovavano bene.

Poi sono stati indotti in errore dal serpente e si è rotto il buon rapporto che regnava tra loro, con conseguenze nefaste per l’intero universo: sono subentrati “il divorzio” tra uomo e donna, il lavoro faticoso e spesso improduttivo e la morte tormentosa.

La psicoanalisi si potrebbe definire come il recupero del giardino di Eden, almeno nel pensiero (Freud dice che l’analisi consegna alla normale infelicità comune) perchè poi dipenderà anche dai tanti fattori esterni, il lavoro possibile di soddisfazione.

Attraverso la caduta, che non viene annullata, ma privata di efficacia (come le rovine archeologiche testimoniano il passato di una civiltà) si possono riaprire giochi chiusi da anni e anni.

Parlandone oggi al telefono con un amico, gli rappresentavo l’opportunità che il lavoro di analisi offre, come se fosse, anche questa, un big bang perchè può introdurre, non ci sono garanzie, automatismi, delle impensabili novità che non procedono dallo sviluppo del pensiero, dalla sua evoluzione. Può accadere che alla legge del lavoro che costa sudore e fatica e che spesso è improduttivo e noioso, si sostituisca un’altra legge, a portata di mano, già presente nell’esperienza di ognuno. Lavoro attivo, stavolta è necessaria l’iniziativa della domanda,  per tornare ad essere passivi.

Uso volutamente l’opposizione attivo passivo per i connotati sessuali che ha e che hanno offerto ad un equivoco importante, la possibilità di insinuarsi.

Così il bambino avrebbe timore di essere posseduto, penetrato dal padre e quindi rifuggirebbe dalla posizione passiva per identificarsi col genitore. L’uomo che non si lascia penetrare è colui che agisce senza desiderio, per principio, senza volerci guadagnare nulla, perchè guadagnare significa ricevere. L’odio all’idea di ricevere permea la psiche di tanti filantropi che pur di fare il bene e non riceverlo sarebbero disposti a morire o ad uccidere.

La psicoanalisi è il processo al serpente: l’analista svolge funzioni di avvocato di parte civile e di giudice, l’analizzato passa da vittima (succube o ribelle, invidiosa o rancorosa) a magistrato che riceve (passivo) e rielabora (attivo) la legge esiliata, abrogando le superfetazioni illegittime.

Nell’analisi il pensiero può tornare ad essere penetrato/fecondato e non solo penetrante, com’è la spada o il serpente (nelle due versioni violenta o subdola).

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