auguri a Sabrina

Non c’è soluzione di continuità: due giorni, due compleanni.

Quello di oggi è di Sabrina.

Pensando a lei mi venivano in mente alcune donne che elenco: Iole (Coin Parma), Paola (Coin Rimini), Barbara detta Bocconcino e Stefania nota come Ispettriciuzza Galattica (P.M. Cesena), Maria Grazia e Roberta (P.M. Rimini), segue Sabrina a Modena.

Sono una costante queste figure femminili, da me predilette.

Tutte gentili, simpatiche, disponibili al dialogo ed alla collaborazione, sebbene assai diverse una dall’altra; con ciascuna di loro ho percorso un bel tratto di strada.

A Modena la collega con la quale mi sono trovato subito bene è stata lei, una donna che ha tante qualità apprezzabili e che, spero, di avere saputo valorizzare.

Arrivato nell’ufficio in cui lei già lavorava, l’ho trovata senza orpelli ruffianeschi, asciutta nelle comunicazioni, ma sempre leale, corretta e disponibile oltre misura. Ha svolto, in solitudine, quando non volutamente osteggiata, una mole di lavoro che pochi, osservatori acuti, hanno saputo cogliere; alcuni spostamenti hanno reso l’aria molto più respirabile e questo le ha permesso una maggiore partecipazione. Le debbo gratitudine impagabile per come mi ha sempre sostenuto nel lavoro semplicemente collaborando in maniera efficiente, efficace, non sbandierata e con discrezione.

Assieme al lavoro è nata anche un’intesa umana che mi ha gratificato non poco.

Mi piace il suo vestirsi in maniera molto personale, appariscente il giusto, da donna e non da matriarca; l’ironia con cui riesce a dipingere le situazioni non gradevoli, la capacità di mettersi in gioco di fronte alle novità.

Lei sa bene quali miglioramenti le sono possibili, quali debolezze ed asperità ancora la ostacolano, ma è sempre disposta a riprendere, riaprire.

Dovendo tornare al lavoro a Modena, ho chiesto di non essere riassegnato al mio vecchio ufficio, per tante ragioni che non sto a spiegare; questa mia indicazione, che credo verrà ascoltata, ha soltanto un aspetto negativo, che per quei pochi (sempre troppi) giorni che mi restano da lavorare lì, non potrò godermi la sua simpatia. Per intanto a lei i miei migliori auguri, con gli stessi auspici che ho fatto ieri per Federico a proposito delle benedizioni.

Rispetto ad altre che mi male-dicono, Sabrina mi ha spesso e volentieri bene-detto, cosa che anch’io credo di avere sempre fatto, apprezzando ciò che faceva; ha portato acqua al mio mulino.

Felice circostanza, il giorno del compleanno d Sabrina vede Parma festeggiare il suo santo Patrono, Ilario di Poitiers che secondo la leggenda, in una breve sosta a Parma avrebbe compiuto un miracolo che ha dato origine alle famose scarpette di Sant’Ilario, un delizioso dolcetto parmigiano (biscotti di pasta frolla e glassa colorata che da bambino, quando ero magrissimo, ebbene sì mi chiamavano, tra gli altri, Biafra perchè mi si potevano contare le costole, attiravano tanto la mia attenzione). Ilario, durante una tormenta di neve impietosisce un ciabattino che gli regala un paio di scarpe nuove; il giorno successivo, partito il santo, l’uomo trova in negozio un paio di scarpe d’oro.

Evidente leggenda ma niente male: a trattare bene il prossimo ci si può guadagnare e con una misura ricolma e sovrabbondante. Ovviamente c’è prossimo e prossimo, gli investimenti vanno calibrati.

Anche il famoso porgere l’altra guancia è un investimento, minimale certo, ma è al contempo un giudizio, un lasciare cadere la vendetta come forma di faida che si perpetua ed “offrire” una possibilità di correzione ovvero un rilancio di un possibile rapporto proficuo. Con tutta evidenza non deve diventare pratica masochistica per cui, in caso di rifiuto della correzione, si può arrivare alla scomunica, allo scuotere la polvere dai propri calzari. Una forma meno cruenta è l’arcinota e citata parabola dei talenti, di cui ho già detto.

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