arcobaleno con gli operai nella vigna

arcobalenoOggi santa Marta, onomastico di una fanciulla tra quelle a me più care, che ho sentito con piacere, mentre si trova a Roma (che invidia).

Giornata di temporali e di un clamoroso arcobaleno che ho potuto godermi grazie ad una tempestiva chiamata di mia cugina: l’ultima volta che ho assistito ad un evento così spettacolare risale ad alcuni anni fa a Rimini, mentre me ne tornavo a casa dal lavoro.

L’arcobaleno è sempre fonte di emozione, condivido il fascino che dovevano provare gli uomini del passato cui la scienza non aveva ancora spiegato il fenomeno.

Coi colori e la forma sembra davvero il segnale di pace fatta tra il cielo e la terra; è ovvio che così non è, ma ne resto comunque deliziato.

In queste sere mi sono ritrovato a leggere la parabola degli operai mandati nella vigna, dal Vangelo di Matteo, capitolo 20: i primi operai concordano col padrone un denaro al giorno, non ci sono lamentele e gli operai vanno; nel corso della giornata altri operai verranno reclutati e tutti, a fine lavoro, riceveranno il medesimo pagamento.

Sindacalmente ci sarebbe da aprire una vertenza, di certo qualche associazione organizzerebbe un sit in e qualche partitello di sinistra si straccerebbe le vesti gridando al tentativo di dividere la classe operaia.

E io? Non trovo nemmeno io una risposa soddisfacente; so bene che vi è dell’invidia nella posizione di chi si lamenta e temo di non esserne immune.

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