A Bologna per il 2 agosto

L’ultima volta era stata con la bassa est parmense, almeno da quel che ricordo; a Bologna per la commemorazione del 2 agosto; sono trascorsi 38 anni da quella tragedia.

A quell’epoca ero ospite dei miei cugini, in Germania, a Linkenheim, nei pressi di Karlsruhe, prima gita all’estero della mia vita, delle cui avventure ho già accennato

Avevo 16 anni; ricordo soltanto che, tornati da non so dove, la sera, accendendo la TV, in bianco e nero, vedemmo delle immagini di grande confusione: erano le riprese della stazione di Bologna, come ci spiegò mio cugino, l’unico che comprendeva perfettamente il tedesco: c’era stato un grave attentato.

Ci sono tornato varie volte, alla manifestazione commemorativa, occasione per rivedere qualche collega che da tempo non incontravo; anche quest’anno così è stato: ho incontrato due colleghi modenesi che mi ha fatto molto piacere salutare; si tratta di Mauro e Chiara, due ottime persone, che sono sempre state gentili e cordiali col sottoscritto.

Li ho rivisti con grande piacere, come anche un collega di Cesena ed una di Rimini; tante facce  nuove, invece, mi hanno ricordato che il tempo è passato e che molti sono stati i nuovi assunti.

C’era anche un collega, in rappresentanza di Brescello, ed ormai prossimo alla pensione, con mia enorme invidia, che ho salutato con grandissimo piacere.

Una giornata piacevole all’insegna dell’amarcord.

Più di qualcuno mi ha proposto di tornare in un paio di comandi presso i quali ho trascinato stancamente la carriera; li ho ringraziati, inutile negare che sono stato lusingato, ma non ho intenzione alcuna di tornare dove già sono stato.

Da sempre sono contrario ai ritorni.

Non che il presente sia prospero, ma l’idea di tornare in luoghi che ho lasciato, mi pare un passo indietro, un’idea regressiva: i capitoli chiusi possono essere riaperti solo per supportare la memoria.

Al ritorno mi sono trovato un cane in difficoltà, un amico che ha un intervento chirurgico importante a brevissimo, mia madre preda del caldo che non riesce a sopportare, con tutti gli annessi e connessi.

Tornare indietro no, ma a volte mi viene il desiderio di scomparire, di abbandonare tutto e tutti, senza lasciare traccia,cambiare identità e paese.

So che sarebbe inutile, oltre che irrealizzabile vista l’età (su questa dovrei aprire una digressione), per cui devo vivere per quanto meglio possibile il presente nelle condizioni in cui mi trovo, anche se la tentazione è forte.

La parentesi sull’età: pochi giorni fa sono uscito, assieme ad un paio di colleghi, un uomo ed una donna; l’uomo ha esordito dicendo: “mi sembra di uscire con mamma e papà”.

Io non ho nulla da obiettare, avendo il pargolo 36 anni, ma ricordarlo ad una signora non è stato un gesto di galanteria, per dirla con un eufemismo; l’episodio mi ha fatto tornare alla Bologna dell’Alma Mater: un giorno, in mensa, un amico mi presentò alla futura moglie.

Non ricordo come nacque la cosa ma probabilmente lei mi chiese quanti anni avessi ed io risposi con quelle sciocche frasi del tipo “quanti me ne dai”, tranello in cui mai bisogna cadere.

La sventurata ci cadde e mi disse, tranquilla come un pompiere: “26”, ovviamente le risposi che si sbagliava, di ben 7 anni, al che lei ribattè, serafica, “ah ne hai 33 allora”: è di qualche utilità precisare che ne avevo 19?

Ricordo questo episodio con immutata ilarità.

Parma, 2 agosto 2018 memoria dei Beati Filippo di Gesù Munarriz Azcona, Giovanni Diaz Nosti e Leonzio Perez Ramos Martiri, del Beato Francesco Calvo Burillo Sacerdote domenicano, martire, del Beato Francesco Tomas Serer Sacerdote e martire, del Beato Zeffirino (Ceferino) Gimenez Malla Martire

 

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