Varie a Madrid tra cui i manteros

Madrid offre molto, oltre al caos della vita notturna che normalmente non fa per me nonostante mi sia concesso una passeggiata in centro ogni sera, per conciliare la digestione

Dopo l’overdose di bellezza della mostra dedicata a El Bosco, Hieronymus Bosch, e della visita al museo del Prado mi concedo una passeggiata con la mission: regalo per i nipoti.

Ora fare un regalo ai nipoti è cosa per me di una complessità spaventosa perchè i miei gusti collimano coi loro quanto i famosi cavoli con la non meno nota merenda; fortunatamente ho saputo dalla quinta colonna, cioè mio fratello, che entrambi non avrebbero disdegnato una maglietta dell’Hard Rock Cafe.

Questa informazione mi era stata utilissima a Budapest e dunque perchè non riutilizzarla? Mi sono dunque messo alla ricerca del locale che ho raggiunto, alleggerito di due magliette (ma l’alleggerimento del mio portafogli è stato alquanto superiore) e abbandonato in fretta visti i prezzi proibitivi.

Sulla via dell’allontanamento mi sono imbattuto in un ufficetto del turismo e dato che avevo appena scoperto, con una certa ansia, di avere un giorno in più da trattenermi a Madrid, volevo chiedere qualche suggerimento.

L’addetto è un gentile giovanotto, tipicamente spagnolo, moro, barbuto, non molto alto col quale temo, però, di avere sbagliato l’ordine delle domande.

La prima è stata: “è possibile assistere a una corrida oggi?”, il giovanotto mi ha risposto di sì, precisando l’orario: “alle 20.00”; di fronte al mio entusiasmo, però, ha scaricato una botte d’acqua gelida precisando che i toreri non erano professionisti.

Il mio sconcerto era palese; come non sono professionisti? così lui mi ha spiegato che no, non erano professionisti ma in formazione (o qualcosa del genere) e che i tori erano giovani, “novillos” preciso io e lui conferma.

La delusione è evidente ma il giovanotto rincara la dose aggiungendo che almeno non avrei visto morire il toro.

Sconsolato gli ho raccontato che ho letto un libro bellissimo sulle corride e che me ne basta una da vedere ma deve essere una corrida seria.

Gli volevo chiedere se lui, spagnolo, ha mai sentito parlare di Matteo Nucci e de “Il toro non sbaglia mai”, dell’amore che trabocca da ogni pagina per questa arte così particolare ma mi sono rassegnato alle sue parole, impietose e leggermente seccate che precisavano con puntiglio che a Madrid non è possibile assistere ad alcuna corrida professionistica.

Le successive domande su Segovia hanno avuto laconiche risposte che mi hanno fatto allontanare deluso.

La sera ho fatto una passeggiata verso il Palazzo Reale, i giardini di Sabatini e il teatro dell’Opera ed ho scoperto, con sconcerto, che a Madrid esiste un mondo del commercio irregolare su area pubblica che è evidentemente floridissimo e con coinvolgimento di un numero impressionante di addetti.

A parte un curioso personaggio 

che girovagava per le vie del centro alla guida di una bicicletta tutta illuminata,
al suono di disco music anni 70 (credo) vendendo cappelli che da solo è uno spettacolo (pietoso), ho girato un piccolo documentario tra la Plaza Mayor e Plaza Puerta del Sol per documentare  la presenza di venditori abusivi. 

In vendita c’è di tutto: dalle penne stilografiche agli slip, dai soprammobili agli occhiali, dalle scarpe alle magliette del Real Madrid; a questo si affiancano altri venditori che propongono giochi luminosi volanti (questi sono di origine orientale mentre gli altri sono tutti rigorosamente senegalesi) oltre ai numerosi figuranti in maschera.

Sull’edizione di 20minutos del giorno dopo ho letto un curioso articolo che riferisce di una decisione dell’amministrazione madrilena che ha rinviato l’esecuzione di un piano di rinforzo della polizia municipale in precedenza annunciato per combattere più efficacemente contro la vendita illegale sulle strade  e offrire a “los manteros” alternative di sostenibilità vitale.

Los manteros, definizione che deriva da manta “Los productos están sobre una manta o sábana extendida para facilitar su recogida”, utilizzano lenzuola, i cui angoli sono legati da un sistema di corde che permette di raccogliere tutto in pochi istanti.

Da quel che ho potuto vedere io questo sistema è servito ai manteros che occupavano una parte di Plaza Puerta del Sol ove inizia una strada; in questa strada doveva accedere una vettura di servizio della polizia municipale che non ha mostrato la minima intenzione di fermarsi (giustamente); solo con la velocissima raccolta dei lenzuoli, quindi, veniva evitata la potenziale distruzione della merce causa passaggio del veicolo; per il resto hanno lavorato del tutto indisturbati.

Un’ultima notazione riguarda il paese da cui provengo, l’Italia: parlando fugacemente con alcune persone, tali Manuel e Paco, mi sono sentito dire da uno dei due, che ha visitato tutto il sud Italia ed il Veneto, che ha trovato spesso situazioni pietose, precisando, ad esempio, la mancanza di infrastrutture adeguate, autostrade, ferrovie…, ed aggiungendo che in Andalusia, con gli investimenti di questi anni, sono stati fatti passi avanti enormi.

Aggiungo che questo signore, sui 50 anni, conosceva Parma per via dell'”Acqua di Parma”, il che mi ha un po’ sconcertato: prosciutto, parmigiano, se ci siete battete un colpo…

L’altro, invece, più giovane, avrà avuto sui 30 annni scarsi, conosceva a memoria i calciatori del Parma che hanno vinto, ai tempi, non so bene quale coppa (ovviamente io assentivo con la cabeza non avendo idea di cosa stesse dicendo); bene quest’ultimo che confessava di non essere mai stato in Italia, tuttavia chiedeva, avendolo sentito da amici e sentito dai media, se fosse vero che Roma “es una ciudad sucia y ruidosa”.

Nel mio peregrinare sono passato di fronte al monumento a Calderon de la Barca che mi ha ricordato, con una certa nostalgia, lo splendido viaggio assieme alle amiche Roberta, Grazie col marito Enrico di tanti anni or sono; sono passato davanti anche alla colonna infame che mi vide cadere ai piedi del poliziotto in occasione di un altro viaggio, insomma anche bei ricordi in questi giorni speciali.

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