sogno scolastico sanzionatorio

Ecco un sogno fresco di giornata:

devo andare in bagno e lo cerco fin che arrivo davanti ad una cosa strana, una struttura che ricorda un coro con gli stalli; in uno di questi entra una coppia (un ragazzo ed una ragazza) e si chiudono all’interno (come facciano non lo capisco), gli altri chiamiamoli stalli sono tutti occupati da persone sedute.

Penso che non siano adatti a me (come gabinetto ovviamente) perchè sono troppo bassi.

Cercando il bagno finisco chissà dove ma è ora di rientrare in aula, alla quale mi sto avvicinando quando vengo fermato da una signora (sconosciuta) che mi dice: “sono la tua professoressa dell’ora dopo, mi hanno segnalato queste auto sempre in sosta, puoi multarmele?”

Rispondo: “ben volentieri” quindi estraggo dallo zaino un blocchetto ed inizio; chiedo alla professoressa il nome della via in cui ci troviamo, lei me lo dice (ma non riesco a ricordarlo) io lo verifico da una targa incastonata in una parete nei pressi, che vedo di sbieco.

Mentre scrivo mi accorgo che manca una copia gialla (?) per cui giro il foglio ma scopro che in quella successiva c’è soltanto l’originale bianco, senza le altre due consuete copie e non so spiegarmi il perché.

Guardo la professoressa e le spiego che sono famoso per essere molto distratto; armeggio nello zaino …

Ad un certo punto tutto il blocchetto (o il solo verbale che sto compilando) è sporco , anzi impiastricciato di nutella; nel frattempo penso che arriverò in ritardo (a lezione) ma credo che sarò giustificato (?).

Guardo dall’alto la piazza (come se fossi a Urbino o Camerino) per capire quante auto sono ancora da sanzionare; ci sono anche dei tavolini di due bar, qualcuno suggerisce che siano abusivi così entro nel primo e chiedo spiegazioni.

Mi risponde un ragazzo, figlio del titolare (?) che mi spiega che sono autorizzati; chiedo di vedere l’autorizzazione ma lui mostra ricevuta di pagamento, poi un altro foglietto, poi un frammento troppo piccolo; gli spiego che preferirei vedere l’autorizzazione ma che, in ogni caso, è a posto.

Esco e faccio un gesto di esultanza col braccio sinistro ed esclamo a voce alta “sììììììììì”; alcuni tipi lì seduti mi guardano perplessi ma io li rassicuro: “non riguarda voi e sono autorizzati”.

Gli altri tavolini forse penso che lo siano a loro volta.

Vicino ad una vasca c’è la professoressa con un uomo o forse due al quale sta contestando la violazione (?); manca il bollettino per il pagamento (sporco di nutella?), lei chiede che codice debba inserire, ne guardo uno ma l’uomo dice che non va bene (o forse lo dico io) perché …

Invito l’uomo a fotografare la sanzione col cellulare ma forse lui non ne è provvisto, penso che è molto carino a voler comunque pagare visto che potrebbe ricorrere.

C’è il problema del ritardo a scuola con la professoressa di quell’ora, che non conosco e temo di non potermi presentare perché credo manchino solo 5 minuti e forse penso che sia meglio saltare direttamente quell’ora e presentarmi a quella successiva.

Si presentano alcuni zingari, aggressivi, che chiedono dove si possa parcheggiare e spiegano che vengono tutti gli anni.

Cerco qualcosa per pulirmi le mani, forse c’è una vasca …

Cerco il bagno o forse l’aula, escono non so bene dove, due uomini in accappatoio, uno è un tal Alessandro R. (collega di Modena) che ha l’accappatoio aperto per cui si vede tutto.

Ora mi trovo in un antico palazzo, molto elegante e sto cercando, credo il bagno; 2 ragazzi stanno parlando in camera loro, uno dei 2 mi spiega che non è lì e mi mostra che è dall’altra parte della piazza, in basso, sul lato opposto, vicino ad una fabbrica di frigoriferi (credo si riferisca all’aula).

Mentre scendo verso quel luogo, una ragazza mi avvicina dicendomi che anche un tal ragazzo viene da fuori ma io, pensandoci, obietto che la distanza è troppa e che farò il pendolare.

Penso anche che sono contento perché posso pagarmi i libri da solo.

Sono di fianco alla fabbrica; in alto due uomini stanno lavorando duramente in quella che mi sembra un’acciaieria; mi sembra un lavoro molto duro; penso che non voglio che mio fratello lo faccia perchè poi non si vive più.

Parma, 4 giugno 2018 memoria di san Francesco Caracciolo sacerdote

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