sogno aereo

Stanotte ho sognato di prendere l’aereo in compagnia di mia mamma e della super nipote Laura.

Non ricordo quale fosse la destinazione ma credo Modena; in effetti mentre atterriamo vedo distintamente dall’alto una piazza col duomo che poteva essere nell’ordine di Parma, Milano o Modena.

Atterriamo in centro storico e, nel giro di pochi istanti l’aereo riparte e, mentre è in volo, compie una manovra strana e precipita; vedo alzarsi una nuvola di fumo mentre penso a prendere il cellulare per filmare la scena o avvisare qualcuno.

Questo è quanto ricordo; forse, più tardi, abbiamo avuto un problema col biglietto dell’autobus che non riuscivamo ad acquistare, ma non ne sono certo.

Poco più di una scena, questo sogno rappresenta un evento impossibile: mia madre che accetta di salire su un aereo. L’evento è seguito da una tragedia, l’esplosione, in volo, o comunque la caduta libera del velivolo.

A questo episodio mi viene da collegare un adagio che recita qualcosa di simile a “chi più in alto sale, più fragorosamente precipita”.

Un invito alla modestia, ma un pensiero che giudico scorretto e che mi richiama l’idea del plus ultra di cui ho parlato non molto tempo fa ed anche al criminale “chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa quel che lascia, non sa quel che trova”.

Sono dibattuto, quotidianamente, tra la ricerca di una sistemazione all’interno del luogo in cui lavoro attualmente, cosa che ritengo strutturalmente impossibile, e una diversa collocazione.

La piazza col duomo mi fa pensare al presepe (che non è di tradizione a casa mia), ad uno scenario di cartapesta, come i fondali dell’Italia in miniatura che tante volte mi hanno visto visitatore coi miei entusasti e giovani nipoti (la passione di Simone era prendere la patente guidando in un circuito, automobili elettriche).

Il biglietto del bus che non si trova, con annessa angoscia, mi ricorda le occasioni in cui mi sono trovato in difficoltà e sono stato preso dall’ansia, in particolare ricordo la vacanza a Monaco di Baviera.

Al ritorno, domenica mattina presto, tutto era chiuso e la corsa della metro che doveva condurmi in aeroporto era stata soppressa; gli annunci erano in tedesco per cui non ero in grado di comprendere nulla ed ogni posto o ufficio cui chiedere informazioni era sbarrato.

Sempre vivo con ansia le partenze.

Al momento non mi viene in mente altro, ma chissà.

Parma, 6 ottobre 2018 memoria di San Bruno di Colonia sacerdote e monaco e del Beato Francesco Hunot martire

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