Omnia probate, quod bonum est tenete

Omnia probate, quod bonum est tenete ovvero “esaminate tutto, tenete ciò che è buono”, diceva San Paolo, io mi permetto di tradurlo in maniera leggermente differente, per precisare meglio il concetto: “Giudicate tutto, investite su ciò che è profittevole”.

Oggi mi dichiaravo privo di grandi idee, il mio interlocutore ha ribattuto: “per fortuna!” e mi ha proposto di verificare se preesistano grandi idee (in un qualche modo da scoprire o da creare) o se, invece, possano essere definite grandi le idee che portano a un profitto.

Ieri, in un’amabile colloquiare con amici, mi veniva da notare che il figliol prodigo è figlio perchè chiede l’eredità, vivente il padre (per essere eredi non necessita attendere la morte del padre,anzi) se ne va per il mondo, sbaglia fino a dilapidare il patrimonio, ma ritorna dal padre… perchè? Non credo che dipenda dal fatto che a casa c’è il papà che gli vuole bene e che dimenticherà le ragazzate (so’ ragazzi), ma perchè esprime un giudizio sulla convenienza del ritorno: “quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!” ed ha con sé un bagaglio di giudizi sugli errori commessi che sono un patrimonio da non sprecare.

L’altro figlio, al contrario, non si considera tale ed ha una concezione invidiosa dell’eredità: il possesso dei beni è ad esclusione degli altri, come nella novella “La roba” di Verga il cui protagonista vuole possedere, “voleva arrivare ad avere della terra quanta ne ha il re, ed esser meglio del re, ché il re non può ne venderla, né dire ch’è sua”. Non ha un’idea regale del possesso (non miete dove non ha seminato e non raccoglie dove non ha sparso) Il protagonista della novella di Verga manifesta la sua teoria invidiosa: “Sicché quando gli dissero che era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all’anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le sue anitre e i suoi tacchini, e strillava: – Roba mia, vientene con me!”.

Il discorso non è diverso per il figlio della parabola: non ha goduto di un capretto per far festa con gli amici perchè al padre si deve obbedire come servi in attesa della (agognata) morte, per prenderne il posto ed escludere ogni altro dalla possibilità di godere dei beni finché morte non lo separi a sua volta.

Mi chiedo se possa dirsi che non ha il coraggio di chiedere (al padre) perchè gli è insopportabile la possibilità di ricevere (ben di più di più di ciò che potrebbe chiedere) avendo visto l’altro fratello…

Rimini, 9 novembre 2009 Festa della Dedicazione della Basilica Lateranense e memoria della Beata Maria Micaela (Maria de la Salud Baldoví Trull) Badessa bernardina, martire

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