I colori della passione, le caramelle razziste e l’inquisizione

 

San Sebastiano, patrono della polizia municipale: la celebrazione di quest’anno mi vedeva assente (non dispiaciuto) ma è stata opportunamente rinviata causa i disastri che hanno colpito la provincia di Modena ieri. Resta la mia assenza, quasi da limbo perchè nulla ancora sembra deciso o meglio ufficializzato, così mi trovo in attesa di buone nuove che non arrivano con la speditezza che vorrei.

Nel frattempo mi dedico a varie cose, tra le quali la più importante è la frequentazione degli amici: ieri ottimo pranzo con Silvia e Gabriele, con una polenta che, visto anche il tempo, si può dire giustamente che tuonava.

Sentiamo al Tg la dichiarazione di Matteo Renzi, sull’incontro avuto con Berlusconi: mi aspettavo di leggere oggi, sul giornale, della gaffe del neo segretario pidiellino ed invece nulla, chissà che la stampa non cominci la neanche lenta avanzata verso il nuovo potente di turno.

Riferendosi, se non ho mal inteso, alla proposta di eliminare il bicameralismo perfetto il Nostro afferma che era una riforma attesa da 70 anni: ahi ahi ahi signor Renzi mi è caduto sul … beh dovunque sia caduto è comunque luogo assai distante dalla verità storica. Cito da wikipedia: “I costituenti, infatti, dato che la Repubblica era sorta dopo il periodo di autoritarismo del fascismo, decisero di adottare questo sistema in quanto garanzia di un più sicuro funzionamento democratico dell’iter legislativo.”.

Il bicameralismo paritario o perfetto era stato voluto proprio in questo modo dai costituenti, anche se all’interno di un dibattito che mirava in ogni caso ad impedire rigurgiti di autoritarismo da parte del governo rispetto al luogo per elezione di rappresentanza della volontà popolare che è il parlamento.

Archiviato il Rampante ci siamo dedicati alla visione di un film di regista polacco che in italiano si intitola “I colori della passione”, mentre il titolo originale è “The mill and the Cross”, il mulino e la croce.

Vecchio di un paio d’anni, il film ci è stato consigliato dall’ottima Daniela, stavolta non ottima com’è stata quando mi ha fatto conoscere i tori di Matteo Nucci.

Bellissima l’idea, non c’è che dire, come pure la realizzazione: il portare in vita un quadro di Pieter Bruegel, la processione al Calvario, è sicuramente operazione innovativa e riuscitissima, l’effetto è bellissimo.

Gli spagnoli che accompagnano al calvario Gesù impersonano di fatto i farisei ed il mulino, che sovrasta tutto, dall’alto di una totale indifferenza, sembra riferirsi ad un Padre che rimane impassibile alla storia umana, finanche alla morte del suo Figlio. Le pale del mulino, senza sosta, si muovono, come a scandire un tempo sempre uguale e non esistente in rapporto alla storia dell’uomo. Kronos contro kairos.

Se storicamente il grido di Gesù “Dio mio, Dio mio perchè mi hai abbandonato?” potrebbe bene rappresentare l’angoscia dell’abbandono nelle mani dei torturatori omicidi, è bene ricordare che questo è anche il versetto iniziale del salmo 22 che descrive l’angosciante situazione di un uomo perseguitato che, tuttavia, ha fiducia nel Signore da cui viene liberato.

Vi è da aggiungere anche la risurrezione, che il cinquecentesco Bruegel non poteva ignorare salvo voler sottolineare, così come fa il film, il distacco assoluto tra Dio e gli uomini, lontananza che nemmeno la venuta al mondo di Gesù è riuscita a colmare. In questo mi sembra stia la debolezza di Bruegel, confermata dal regista polacco. Bruegel, anzi i Bruegel, sia il padre che il figlio, rimangono tra gli autori preferiti, anche con questi limiti.

Tornato a casa, mi sono dedicato alla lettura del giornale ed ho scoperto una curiosa notizia.

La ditta Haribo, conosciutissima produttrice di caramelle, ha ritirato dal mercato scandinavo, a seguito di varie proteste, le confezioni di liquirizie “Skipper Mix”, che rappresentano maschere che ricordano l’arte primitiva africana, asiatica e americana e riprodurrebbero quindi stereotipi antichi e negativi.

Quindi caramelle ritirate dai negozi di Svezia e Danimarca: «Siamo dell’idea che è giusto ritirare dal mercato il nostro prodotto perché non possiamo rimuovere dalla confezione quelle caramelle che i consumatori giudicano offensive – ha spiegato Ola Dagliden, direttore di Haribo Svezia – L’idea iniziale della confezione Skipper Mix era di mostrare ciò che un marinaio poteva portare a casa se avesse fatto il giro del mondo. Tuttavia capisco le critiche e ritengo giusto ascoltare i consumatori» (citazione da Corriere della Sera del 18/01/14).

Un solo commento mi pare opportuno: follia.

Il pensiero debile che non sa difendere la propria capacità di giudizio, finendo sotto lo scatto del “puro” politicamente corretto dilagante.

La Teoria è invadente e occhiuta, tutto scruta, tutto controlla, nulla sfugge alle sue astratte pretese censorie, nemmeno le caramelle di liquirizia.

Gli inquisitori, tanto vituperati, mi sembrano dei dilettanti.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.