diritti, diritti, diritti

Ho trovato, grazie alla segnalazione di un amico, un articolo molto ben fatto, pubblicato pochi giorni fa da “Il Sussidiario”, dedicato all’annosa questione delle unioni civili.

Rimando alla sua lettura cui non aggiungo altro commento perchè è davvero ottimo; l’autore è Luigi Campagner ed il titolo: Maschio e femmina? come l’uva per il vino.

Da parte mia noto una cosa semplice semplice: dal premier ad una nutrita schiera di suoi correligionari sento continuamente blaterare di diritti, diritti e ancora diritti; dal Corriere di oggi, ad esempio, leggo che Castorino avrebbe dichiarato: «se avessimo fatto ancora zero a zero sui diritti sarebbe stato da vergognarsi».

Dallo stesso articolo traggo questa seconda citazione, stavolta del ministro Boschi: «Quando ci siamo giocati tutto con il maxiemendamento, e ho dovuto firmare, mi tremava la mano. Perché nel firmare ho pensato a tanti volti, a tanti nomi. E ho pensato a dei miei amici per cui questa legge è arrivata tardi. Un mio amico se l’è portato via una brutta malattia in due settimane. Ma per tante altre coppie questa legge servirà».

Prendo stavolta da Repubblica, la senatrice Cirinnà: “Questo è un paese arretrato, con discriminazioni profonde – ha continuato – la nostra è una vittoria a metà, manca ancora la parte sulle famiglie”; non è da meno un’altra politica del medesimo apparato, la Serracchiani: “Il dato certo e innegabile è che da ieri l’Italia entra in un’epoca nuova, in cui ha trovato cittadinanza il diritto a uno degli elementi più importanti e semplici della vita: amarsi e stare insieme indipendentemente dal sesso” che, non contenta, sul suo sito continua: “Siamo un partito tutt’altro che monolitico ma rivendichiamo di avere un senso chiaro dei diritti di tutti e di lavorare per affermarli nella società italiana, consapevoli di tante resistenze culturali.”

Commovente sentire tanto declamata la parola diritti da così importanti esponenti del partito al governo, il che mi fa ben sperare.

Mi dichiaro da subito ottuso retrivo e spudoratamente fazioso, mai si dovrebbero affiancare questioni così diverse, ma mi chiedo: è stata sepolta ieri l’altro una collega deceduta a Novara: la sua morte è passata nel più totale silenzio dei media (esclusi quelli locali ovviamente) come nel silenzio continua a restare una vicenda che da anni turba una categoria professionale quale quella cui appartengo, la riforma di una legge inadeguata che non tutela un consistente numero di lavoratori chiamati a condividere i rischi delle forze di polizia statale senza avere i medesimi strumenti e protezioni.

Parlano di diritti, i sinistri governanti che impongono all’opinione pubblica una maratona infinita per approvare una legge tutto sommato marginale e dimenticano che i dipendenti pubblici hanno un contratto bloccato da quanti anni?

Vogliamo poi parlare di esodati? Lasciamo da parte i migranti che vengono accolti da un paese che offre loro un cellulare, qualche spicciolo e, che altro? le vittime di reati che oltre ai danni spesso si trovano a subire pure le beffe? I disoccupati? i cassintegrati?

La lista potrebbe continuare per un bel po’… e non sto a citare alcune scandalose sacche di inspiegabili rendite come spesso i giornali rivelano senza che nessun correttivo venga adottato (dipendenti delle camere con stipendi da paura, vitalizi e pensioni di deputati e senatori e consiglieri regionali, pensioni della regione Sicilia, ecc ecc).

I diritti sono come i valori, un fondamento ineffabile che serve a mascherare una legislazione religiosa.

L’inizio della Commedia è tritamente famoso ma lo cito a proposito:

“Nel mezzo del cammin di nostra vita

mi ritrovai per una selva oscura

ché la diritta via era smarrita.”

Nel lungo cammino verso la laicità questi versi ben descrivono lo stato dell’arte della politica italica attuale, dal governo, dai partiti che lo sostengono alle opposizioni che ne sono speculari.

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