Borsine ecologiche e politica italiota

Le borsine ecologiche a pagamento sono state protagoniste di una polemica infuocata sui social, in tv e sui giornali: questo è sembrato essere uno dei problemi più gravi del periodo a cavallo di fine anno.

Problema immenso, anzi sesquipedale, con associazioni consumatori e di categoria che si lamentano, il ministero che pubblica circolari a complicare ancor più la vicenda.

Ordunque mi chiedo: è possibile che un paese che si considera civile (e su questo meglio stendere un velo pietoso) e  avanzato, una potenza industriale addirittura, perda tanto tempo ed energie a discutere del nulla?

Le borsine utilizzate fino a fine anno erano apparentemente gratuite ma, criterio abbastanza ovvio, l’economia prescrive che un esercizio commerciale miri al profitto, il che richiede che tutte le spese fatte dal titolare debbano essere recuperate: le borsine offerte gratuitamente avevano comunque un costo e quel costo andava ammortizzato, quindi da qualche parte quella uscita doveva trovare un’entrata, magari spalmata su tutti i prodotti e quindi pagata anche da chi le borsine non utilizzava.

Resta che nel medesimo periodo aumenti di utenze varie e tariffe autostradali sono scivolate via indenni, senza uno che si sia stracciato le vesti.

Taccio delle fantasmagoriche proposte dei veri esponenti politici, che in questi giorni stanno promettendo di tutto, dall’abolizione della famigerata legge Fornero, alla soppressione del canone rai, all’eliminazione delle tasse universitarie.

Ma le borsine restano un problema; ora mi chiedo come mai.

MI sono fatto quest’idea: la vicenda delle borsine è un modo utilissimo per far sì che si manifesti la rabbia e che, contemporaneamente, tutto resti uguale a prima.

Il cittadino italico sfoga il suo malumore in un ambito che non ha alcun rilievo politico, si conferma nel suo essere insoddisfatto dei nostri governanti e utilizza questa scusa, come tante altre,  per continuare a fare quel che gli pare, cioè a giustificarsi delle sue piccole o grandi violazioni quotidiane.

Spicca l’assenza di un pensiero positivo, costruttivo, a  favore di lamentele e rivendicazioni (che trovano un parallelo nelle polemiche politiche quasi sempre basate sul nulla).

Quale politica mette in atto ogni cittadino che si lamenta? e quale politica propone il governante (ma il discorso vale anche per l’opposizione) che polemizza su tutto tanto da far rimpiangere le esteticamente più interessanti discussioni sul sesso angelico?

Curiosamente manca sempre l’aspetto economico, cioè da un lato c’è la lamentela o la rivendicazione per “principio”, dall’altra il non dire esattamente come si finanziano le riforme.

La tecnica non è nuova, ben documentata da Dante, giusto per far sfoggio di cultura, nel canto XVII dell’Inferno: “lunga promessa con l’attender corto
ti farà trïunfar ne l’alto seggio”, consiglia Guido da Montefeltro a Bonifacio VIII.

Questo fanno, normalmente, i politici, trovando buona sponda nei cittadini.

E l’Italia affonda.

PS: oggi è comunque una data fausta; c’è un amico di Reggio Emilia che diventa meritatamente ispettore ed un secondo, di Parma, che lo diventerà a breve; persone diversissime ma entrambe molto meritevoli e serie; non ne faccio i nomi non avendo chiesto loro il permesso ma auguro a ciascuno un futuro professionale all’altezza delle loro aspettative e capacità, quindi radioso.

Parma, 9 gennaio 2018 memoria delle Sante Agata Yi e Teresa Kim Martiri

 

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